Marina di Ginosa:” Immigrati tra cui un minorenne sfruttati nei campi,quattro arresti”

11/07/2019

Continua l’attività di repressione del fenomeno del “Caporalato”, del lavoro nero, soprattutto nel settore agricolo da parte della Task Force istituita dal Comando Provinciale Carabinieri di Taranto, composta dai Carabinieri delle Stazioni di Marina di Ginosa, Talsano, Crispiano, dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Castellaneta (TA) e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Taranto, i quali hanno arrestato, nella flagranza dei reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, impiego di manodopera clandestina, tra cui anche un minore di 14 anni, un “utilizzatore” 49enne italiano, residente a Laterza, tre “caporali”, un 31enne rumeno residente a Ginosa, un 39enne di Ginosa ed un 59enne di Castellaneta.

I militari, durante una mirata attività, a Marina di Ginosa, hanno accertato che: il 49enne di Laterza, gestore di un fondo agricolo adibito  a vigneto, situato a Ginosa, aveva fatto reclutare poi impiegato sul proprio fondo per la defogliazione, provvedendo anche all’alloggio, manodopera straniera, tra i quali un clandestino cittadino Senegalese e un minore di 14 anni, intenti a prestare attività lavorativa. I militari sono intervenuti, dopo essersi accorti delle accertare violazioni alle norme di sicurezza sul lavoro, individuando anche i tre caporali, i quali organizzavano il lavoro del fondo agricolo, provvedendo anche al loro alloggiamento in luoghi sgradevoli e lesivi per il rispetto e la dignità umana. Dall’attività investigativa, sono emerse le condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposti i lavoratori che venivano sottopagati e costretti a lavorare, in assenza delle più elementari norme igienico-sanitarie.

L’utilizzatore ed i tre caporali, venivano tratti in arresto per essersi resi responsabili, in maniera continuata ed in concorso fra loro  delle violazioni previste a punite del codice penale, nonché delle violazioni relative a chi da alloggio e impiega clandestini, venendo sottoposti agli arresti domiciliari.     

Sono state contestate violazioni per 45.200 euro, stabilite per 38.000,00 euro adottata la sospensione dell’attività imprenditoriale per violazione alle norme di impiego. L’immobile, del valore commerciale di 80.000, utilizzato quale ricovero per i braccianti agricoli è stato sottoposto a sequestro.