Puglia:" Addio a 39 Punti di Primo Intervento"

16/04/2018

Dal ’1 maggio, la Puglia dirà addio a ben 39 Punti di Primo Intervento che non superano i 2-4 accessi il giorno, al loro posto ci saranno dei Presidi Medicalizzati del 118. I punti di primo intervento sono dei centri attivi 12 o 24 ore, che dispongono di competenze strumentali e cliniche adeguate a affrontare  le emergenze fino al trasporto del paziente al pronto soccorso. Sono strutture che hanno una loro funzionalità soprattutto nel periodo estivo. Quindi, dopo gli ospedali la riduzione si abbatterà su 39 Punti di primo intervento: a rischio 17 centri in provincia di Bari , 5 nel Foggiano ,3 nella Bat , 5 nel Tarantino (Ginosa, Grottaglie, Massafra, Moscati, Mottola); e 3 in provincia di Lecce. Al posto dei PUNTI di PRIMO INTERVENTO ci saranno postazioni del 118 con auto medicalizzate.

"La conversione dei Punti di Primo Intervento in postazioni medicalizzate è stata la conditio sine qua non attraverso la quale ci hanno approvato, ai tavoli romani, il piano di riordino ospedaliero. Se a fine 2018 i Ministeri dovessero riscontrare una inadempienza in tal senso, non è escluso che possano utilizzare la circostanza per mandarci, per un altro triennio, in Programma Operativo. Non solo. Non avremmo le premialità che invece ci spetterebbero. Ricordo che a fine 2015, ci hanno mandato in Programma Operativo per molto, molto, ma molto meno. E comunque la riconversione dei PPI è scritta e dettata dal DM70 e, mi preme dirlo e sottolinearlo, non comporta nessun nocumento per i cittadini in termini di assistenza sanitaria perché comunque i cittadini troveranno la loro risposta sul territorio, in alcuni casi, anche con l'auto medicalizzata che invece prima non era presente. Non cambia nulla. Stiamo solo razionalizzando le risorse".

Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha commentato così la presentazione agli assessori, nel corso della penultima Giunta, di una proposta di delibera di riordino deii Punti di primo intervento, così come prevede il decreto ministeriale n.70 del 2015 laddove parla di riconversione dei Punti di Primo Intervento in Presidi Medicalizzati 118, presentazione effettuata dalla struttura tecnica dell'assessorato alle Politiche per la salute.
"La riconversione dei PPI infatti è uno degli obblighi cui deve far fronte la Regione Puglia, essendo previsto dal Programma Operativo concordato dai Ministeri. La struttura tecnicaha specificato Emiliano - ha illustrato la sua proposta in base allo stato dell'arte e alle predisposizioni elencate dal DM 70. Ora questa proposta sarà verificata con gli assessori e con i territori, prima di tutto con i sindaci, in un percorso di confronto e condivisione già iniziato nel 2017. Nel processo di condivisione degli interventi che caratterizza questa amministrazione – ha ribadito il Presidente – era importante illustrare lo stato di attuazione del riordino. Successivamente, e prossimamente quindi la delibera di riconversione dei PPI sarà ridiscussa in una giunta ordinaria". (Regione Puglia)

"La decisione della Regione Puglia di procedere dal prossimo primo Maggio alla riconversione dei Punti di primo intervento è affrettata, è sbagliata per come attuata e rischia di determinare gravi negative ricadute sul sistema sanitario pugliese e sulla esigibilità del diritto alla salute e all’assistenza da parte dei cittadini". E’ quanto dichiarano in una nota congiunta i Segretari Generali di Cgil Cisl Uil di Puglia – Pino Gesmundo, Daniela Fumarola, Franco Busto – che ricordano come i Ppi erano stati attivati nel Piano di Riordino Ospedaliero per non sguarnire soprattutto i territori interessati alla chiusura degli Ospedali. Nel frattempo le ASL non hanno completato la prevista “rimodulazione” della rete ospedaliera, né hanno “rivisitato”, previo dimensionamento delle discipline rispetto ai bacini di utenza, le reti tempo dipendenti e le reti cliniche di specialità; così come non si è proceduto al potenziamento della Sanità territoriale, con l'attivazione dei PTA, dei CPT e delle case della salute. La risposta a tutto questo non può essere la riconversione dei Punti di primo intervento in Presidi Medicalizzati dotati di ambulanza o auto medica, soprattutto in quelle aree territoriali che nel periodo estivo diventano meta di migliaia di turisti. (CISL PUGLIA)

Nota di Erio Congedo, consigliere regionale di Fratelli d'Italia.

Una situazione di confusione e incertezza che non risparmia pressoché nessuna delle politiche regionali (Agricoltura, Lavoro, "Ambiente, Politiche Sociali, Turismo, Attività produttive) e che rappresenta la cifra di un Governo regionale che sottogoverna la Regione in regime di costante assenza non tanto fisica, ma dai problemi e dalle questioni che attanagliano la Puglia".

La chiusura di 39 punti di primo intervento su tutto il territorio regionale non poteva dunque non suscitare preoccupazioni e scatenare critiche e proteste da parte di sindaci, amministratori e cittadini che sarebbe sbagliato derubricare come semplici rivendicazioni campanilistiche. Perché se è vero che si tratta di direttive imposte dal Governo centrale come atto funzionale dal Piano di Riordino, c’è da dire anche che la chiusura dei punti di primo intervento interviene su un sistema sanitario già fortemente provato da programmazioni sanitarie incomprese e incomprensibili che hanno portato alla chiusura di ospedali e reparti, tagli di posti letto, assenza di sanità territoriale, disservizi diffusi, condizioni di lavoro insostenibili per gli operatori. Condizione aggravata dalla situazione di precarietà gestionale provocata dal forsennato turnover, nei posti di comando, delle politiche sanitarie: ASL, Dipartimento della Salute, Agenzia regionale sanitaria.

Una situazione sulla quale da tempo provo ad accendere i riflettori, nell'assenza totale di interventi migliorativi, e che inevitabilmente tende a consumarsi in episodi lesivi solo ed esclusivamente al benessere dei pugliesi”. (Consiglio Puglia)

Interrogazione del Movimento 5stelle

Come ormai da copione – dichiarano i consiglieri pentastellati il Presidente Emiliano agisce solo sulla base dei dati numerici ed economici dettati dal Decreto Ministeriale n. 70, senza prendere neanche lontanamente in considerazione quelle che sono le reali esigenze del territorio. Leggendo la deliberacontinuano - si evince chiaramente che si intende provvedere alla chiusura dei PPI pur non avendo ancora provveduto alla riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza, né al potenziamento dei servizi territoriali. Una situazione molto rischiosa per la salute dei cittadini, i quali saranno tutti costretti a recarsi appositamente nei Pronto Soccorso ancora esistenti”. Nell’interrogazione si chiede al Presidente Emiliano se non ritenga necessaria la previa riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza sanitari e territoriali, e di conoscere con precisione tempi e modalità di attuazione delle riconversioni dei singoli PPI".


Lunedì 16 Aprile 2018