Nota stampa del Consigliere Regionale Antonio Paolo Scalera (LPD)
“Chi contribuisce ad infangare la città di Taranto, la sua storia, le sue tradizioni, la sua economica e il suo percorso di rivincita e di rinascita – ha dichiarato il Consigliere Regionale Antonio Paolo Scalera - è complice del danno che arreca ad una intera comunità che sta cercando, tra mille sforzi ed enormi sacrifici, di rialzarsi dopo anni in cui è stata dimenticata, tradita e ferita.
Taranto rispedisce al mittente la dichiarazione resa dall’ex direttore di Telenorba, Enzo Magistà, nella quale afferma che la cozza tarantina è inquinata dalla diossina.
Da anni, i mitilicoltori, a costo di enormi sacrifici, continuano a portare avanti un’attività di tradizione, che rappresenta vanto ed orgoglio per Taranto, la capitale della Magna Grecia.
Le acque di Taranto sono le più controllate d’Italia con 52 punti di rilevazione e controllo in cui vengono fatte costanti verifiche da parte dell’ASL jonica e dalla autorità competenti. Tra l’altro le acque del secondo seno, dove si completa la crescita della cozza sono state classificate “A”. Ciò significa che i mitili una volta prelevati dal mare possono essere portati direttamente ai centri di spedizione o di trasformazione senza subire il processo di stabulazione.
Il Mar Piccolo – ha proseguito Scalera - custodisce i segreti e le influenze di 3000 anni di storia.
Il destino moderno di questa città antichissima è legato al suo rapporto con il mare e nonostante le polemiche e la continua diatriba tra salute e lavoro, la sua gente è ancora aggrappata al mare e alla sua mitilicoltura, attività di tradizione millenaria.
L’ormai ex direttore Magistà abituato a stare comodamente seduto dietro una poltrona, con quella sua dichiarazione, ci fa pensare che non si è mai informato di ciò che accadeva in Puglia ed in particolar modo nella città di Taranto.
Se non ha elementi a suffragio della sua tesi che metterebbero in discussione tutto quello che viene certificato continuamente dalla ASL e dalle autorità competenti, chieda scusa – ha concluso Scalera – lasci perdere la nostra città e si occupi di altro se ne è capace”.