Ginosa: "53enne incensurato condannato a cinque anni e a 30mila euro di multa." Just tv

10/12/2025

Si è concluso con una condanna a cinque anni di reclusione e 30.000 euro di multa il procedimento penale a carico del 53enne incensurato di Ginosa arrestato lo scorso mese dopo il rinvenimento, ad opera dell’Arma dei Carabinieri, di circa 25 chilogrammi di sostanza stupefacente occultati nel soppalco del locale commerciale in cui l’uomo svolgeva la propria attività lavorativa.

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Il Tribunale monocratico di Taranto (dott.ssa F. Furio) ha pronunciato la sentenza all’esito di giudizio abbreviato, applicando il minimo edittale previsto dalla normativa vigente. Una decisione maturata, nonostante la gravità delle accuse, alla luce degli elementi emersi nel corso del procedimento. All’uomo, difeso dagli avvocati Annalisa Lospinuso e Donato Scarano del foro di Taranto, erano stati contestati, in continuazione, i reati di cui all’art. 73, commi 1 e 4, del DPR 309/90. L’impianto accusatorio teneva conto sia dell’ingente quantitativo di hashish e marijuana sequestrato presso l’attività commerciale, sia della modesta quantità di cocaina rinvenuta nell’autovettura e nell’abitazione dell’imputato.


Nel corso del procedimento, il cinquantatreenne con una memoria scritta ha ammesso la detenzione della droga cosiddetta “leggera” per conto di terzi, spiegando di aver agito in un contesto di gravi difficoltà economiche, ma dichiarandosi estraneo all’attività di spaccio a lui contestata. Nella discussione finale, la difesa ha sollecitato una valutazione del fatto concreta e non automatica, sottolineando la necessità di una pena proporzionata e non esclusivamente ancorata al dato ponderale della sostanza sequestrata. Una impostazione che ha trovato parziale accoglimento nella decisione del Tribunale. La scelta del rito abbreviato ha inoltre comportato la riduzione di un terzo della pena, incidendo in maniera significativa sul trattamento sanzionatorio finale.


La vicenda si inserisce nel più ampio quadro dei numerosi procedimenti in materia di stupefacenti che continuano ad affollare le aule di giustizia. La pronuncia del Tribunale di Taranto evidenzia un approccio che si è discostato da una lettura meramente aritmetica del fatto, tenendo conto del quadro complessivo emerso nel corso del processo e delle peculiarità del caso concreto. Le ragioni della decisione saranno ulteriormente chiarite con il deposito delle motivazioni, riservato nel termine di trenta giorni. Resta ora da valutare l’eventuale proposizione di impugnazione nei successivi gradi di giudizio, nonché le possibili iniziative in fase esecutiva.

M.C.O.