Comunicato stampa Confartigianato
La delegazione ginosina di Confartigianato esprime forte preoccupazione per gli effetti che le recenti
scelte sulla viabilità in via Martiri d’Ungheria stanno già producendo e rischiano di aggravarsi con la
pista ciclabile in fase di implementazione lungo l’intero asse stradale.
Come Confartigianato sosteniamo, senza se e senza ma, la preoccupazione e la protesta degli
imprenditori ginosini. Le loro richieste sono legittime e urgenti: chi crea lavoro e tiene viva la
propria comunità merita ascolto ed attenzione.
Dopo aver subito il passaggio a senso unico della strada, una delle principali vie commerciali del
paese, ora con la pista ciclabile si avrà la soppressione di centinaia di stalli di sosta: una decisione
che, senza adeguate misure compensative, rischia di colpire duramente commercianti, artigiani e
clienti, compromettendo la tenuta dell’economia di prossimità.
Come Confartigianato siamo i primi a riconoscere il valore della mobilità sostenibile e delle
innovazioni urbane, ma la transizione ecologica non può tradursi in desertificazione commerciale.
In una fase in cui le attività locali faticano a reggere l’urto dell’e-commerce e della grande
distribuzione, non è questo il momento e non sono queste le soluzioni.
Confartigianato ribadisce che piste ciclabili e qualità urbana sono obiettivi condivisi, a patto che
siano progettate in modo inclusivo, con analisi di impatto e strumenti di mitigazione per garantire
accessibilità, sosta di prossimità e continuità delle attività.
Diversamente, il rischio concreto è di
svuotare le strade e indebolire il tessuto sociale, economico e occupazionale che esse sostengono.
Confartigianato ha già chiesto un incontro urgente con l’Amministrazione comunale, per individuare
in tempi rapidi soluzioni alternative e compensative che salvaguardino l’economia di vicinato e
l’interesse generale della comunità ginosina.
Come sempre siamo pronti ad un confronto vero e leale: la città sostenibile si costruisce con le
imprese, non contro le imprese. Le piste ciclabili devono esserci, ma servono progetti intelligenti,
tempi giusti e tutele concrete per chi ogni giorno tiene aperte le saracinesche e dà lavoro.